Patrimonio dell'Umanità UNESCO
Il 22 giugno 2014 durante il 38° World Heritage Committe a Doha in Qatar, durante il quale il sito "I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato" è stato riconosciuto come Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Si tratta del 50° sito UNESCO italiano e del primo paesaggio culturale vitivinicolo italiano. L’Eccezionale Valore Universale per questo sito è rappresentato dalla radicata cultura del vino e dallo straordinario paesaggio modellato dal lavoro dell’uomo, in funzione della coltivazione della vite e della produzione del vino. Una testimonianza unica di una tradizione culturale viva, un esempio eccezionale di rapporto tra l’uomo e la natura che dura da più di due millenni. La continua ricerca di miglioramento del ciclo produttivo ha portato, e ancora oggi porta, alla produzione di vini di eccellenza e qualità internazionale (quali il Barolo, il Barbaresco, l’Asti Spumante e il Barbera d’Asti), grazie ad un ricco patrimonio di saperi e tecniche, basati sulla profonda conoscenza dei vitigni qui coltivati da secoli (Nebbiolo, Moscato Bianco, Barbera) e della loro capacità di adattamento alle condizioni ambientali.
La Langa dei vigneti domina buona parte del paesaggio, facendolo assomigliare in modo ordinato e regolare ad un immenso spartito di musica che asseconda le curve delle strade, cinge d'assedio i borghi, sale a anellare le colline. La prima parola che viene associata alle Langhe è il vino, e non è un caso. La coltivazione della vite risale a tempi immemorabili, e le qualità dei suoi prodotti sono riconosciute da sempre a livello mondiale. A settembre e a ottobre le vigne si colorano come una tavolozza. Gli acini sono turgidi e vellutati. La vendemmia è un avvenimento esaltante vissuto con partecipazione di popolo; La collina è in fermento, i filari brulicano di uomini e di trattori, che attraversano borghi, balli, luoghi unici e incantevoli.
Il trifolao, la mitica figura del cercatore di tartufo bianco d'alba se ne va sui sentieri sperduti col suo cane fedele, d'autunno.
Il tartufo bianco d'Alba, dai profumi intensi e afrodisiaci adorna come piccolo diamante la cucina di Langa. C'è anche il tartufo nero. Nei ristoranti e nelle osterie, una schiera eletta di cuochi perpetua la tradizione della cucina albese, tra tajarin e agnolotti, e inventa nuovi piatti. Non solo tartufo, ma anche prodotti tipici, torte di nocciola e dolci della tradizione. La strada del Barolo e i grandi vini di Langa, riserva continue sorprese per gli amanti della gastronomia d'eccellenza.